Cause
E’ ormai noto infatti che alcuni cibi alterano il modo in cui l’organismo gestisce i farmaci; potenzialmente essi possono sia aumentare che ridurre tanto l’effetto terapeutico quanto gli effetti collaterali e quindi la tossicità del farmaco.
D’altra parte l’assunzione di alcuni farmaci può influenzare l’assorbimento di determinati alimenti, alterando la nutrizione del paziente.
Le interazioni farmaco-cibo vanno valutate con estrema attenzione in particolare nei pazienti anziani, per i quali non è raro riscontrare patologie croniche e dunque quotidiana assunzione di più farmaci.
Oltre il 30% dei farmaci quotidianamente prescritti sono destinati a questa fascia della popolazione; tra i più comuni farmaci ci sono: gli antiinfiammatori non steroidei, gli antiipertensivi e gli antidepressivi.
Anche in assenza di particolari patologie, l’assorbimento dei farmaci è modificato dalle condizioni fisiologiche frequentemente alterate dell’anziano: la riduzione delle funzioni gastrointestinali, come lo svuotamento gastrico e la motilità intestinale (cambia il pH gastrico, diminuisce l’apporto sanguigno gastrointestinale e splancnico) la riduzione della massa magra, la riduzione della concentrazione di albumine seriche e proteine plasmatiche (e quindi ridotti legami farmaci-proteine plasmatiche), la ridotta funzionalità epatica e renale .
Il più noto esempio di interazione farmacodinamica riguarda la contemporanea assunzione di Warfarin (Coumadin) con vegetali ricchi di vitamina K come asparagi, broccoli o in generale verdure a foglie larghe, che riducono o possono addirittura annullare l’azione anticoagulante del farmaco.
La vitamina K è prodotta anche dai batteri intestinali, pertanto l’uso di antibiotici che inibiscono tali batteri può comunque influenzare la concentrazione plasmatica di vitamina K.
Particolare attenzione nel caso dell’assunzione di Warfarin va fatta anche con integratori di sostanze cosiddette “naturali”: per esempio il ginseng ne riduce l’effetto mentre il Gingko Biloba e la vitamina E lo potenziano. Naturalmente entrambi questi effetti sono potenzialmente dannosi.
Forse però la più temuta interazione farmacodinamica farmaco-cibo è quella tra gli antidepressivi inibitori delle monoaminoossidasi (MAOI) e l’aminoacido Tiramina, presente in moltissimi cibi e bevande, come formaggi fermentati, cioccolato, birra, vino rosso. La tiramina ha una azione simpaticomimetica indiretta (7). Quando il suo metabolismo è inibito come nel caso dei MAOI si ha un significativo rilascio di norepinefrina che può provocare un brusco aumento pressorio, aritmia cardiaca, ipertermia ed emorragia cerebrale.
L’aspetto però più interessante delle interazioni farmaco-cibo riguarda le interazioni farmacocinetiche.