Microbiota Intestinale e Cancro: una grande opportunità!

I tumori sono malattie croniche comuni in tutto il mondo e causano gravi oneri sanitari. Attualmente sono in corso studi e dibattiti molto intensi per comprendere il ruolo svolto dal microbiota intestinale nella prevenzione e nella gestione dei tumori. Questo significa che vale la pena prestare molta attenzione agli impatti del microbiota intestinale su diversi tumori, come i tumori del colon, del fegato e della mammella. Inoltre, è stato riportato che il microbiota intestinale può influire anche l’efficacia della chemioterapia e dell’immunoterapia. Infatti, il microbioma intestinale influenza l’efficacia del blocco del sistema PD-1 e del CTLA-4, nonché di altri importanti fattori biochimici e cellulari. Tuttavia, molte domande rimangono ancora senza risposta. In primo luogo, è necessario compiere sforzi per comprendere il cambiamento nella composizione del microbiota intestinale (E Elinav, WS Garrett, G Trinchieri, J Wargo – Nature Reviews Cancer, 2019 – doi.org/10.1016/j.jsbmb.2018.07.002).  

Tra tutti i fattori che influenzano il microbiota intestinale, la dieta è la più influente ed è facilmente modificabile a causa della notevole diversità e variabilità alimentare, specialmente nei Paesi occidentali. 

I prebiotici, le fibre alimentari, gli acidi grassi a catena corta e altri composti bioattivi sono tutti importanti componenti dietetici utili per la crescita del microbiota benefico intestinale, il quale può proteggere dai tumori e promuovere la salute umana. I loro effetti benefici possono essere dovuti alla fermentazione delle fibre alimentari, al metabolismo dei fitochimici, alla sintesi di estrogeni e alle interazioni con chemioterapie e immunoterapie (A Elkrief, L Derosa, L Zitvogel, G Kroemer, B Routy – Gut microbes, 2019 – Taylor & Francis – doi.org/10.1080/19490976.2018.1527167).

Attualmente, il più facile accesso ai dati relativi al genoma delle cellule umane e del microbiota ha permesso di fare notevoli progressi nel comprendere le relazioni tra il microbioma e lo sviluppo di particolari patologie definite critiche per l’impatto che hanno nella vita sociale.  Una grande sfida che si pone oggi è rappresentata nello svelare il modo in cui integriamo i dati del microbioma in approcci di medicina di precisione per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento di malattie come il cancro. Il tratto gastrointestinale (GI) è il luogo del nostro corpo non solo più densamente popolato di microrganismi, ma anche con la più elevata diversità genomica. Il carcinoma colorettale (CRC) è il terzo tumore più diffuso al mondo ed è in aumento negli individui di età inferiore ai 50 anni. Questa patologia, tra l’altro critica e debilitante, è associata a specifici fattori dietetici e schemi alimentari che influenzano il microbiota intestinale. Pertanto, la natura del microbiota può essere determinante per la prevenzione, la diagnostica e la terapia del CRC grazie anche all’uso di specifici agenti batterici.

La manipolazione del microbiota intestinale nel tentativo di migliorare i risultati clinici rappresenta un altro importante traguardo in oncologia. Attualmente sono allo studio diversi metodi per manipolare in modo benefico il microbiota intestinale, mediante l’uso di prebiotici, probiotici, trapianto di microbiota fecale o mediante l’uso di una capsula carica di batteri. Tutti questi studi sono in fase di sperimentazione e ulteriori studi sono in corso per comprendere la biologia, la farmacocinetica, la durata ottimale di questi potenziali interventi al fine di migliorare i risultati dei pazienti affetti da cancro.

Pertanto, la natura del microbiota può essere determinante per la prevenzione, la diagnostica e la terapia del CRC grazie anche all’uso di specifici agenti batterici. Questa sarà sicuramente l’arma più efficace che oggi disponiamo per affrontare la lotta non solo verso il CRC ma in tutte le altre forme tumorali. E’ proprio il caso di dire che il Microbiota e la sua manipolazione, rappresenta il più valido farmaco del futuro (WS Garrett – Science, 2019 – DOI: 10.1126/science.aaw2367). 

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