Le interazioni di Succhi di Frutta diversi dal Pompelmo con Farmaci: Aspetti da non sottovalutare
Non tutte le interazioni farmaco-cibo provocano reazioni avverse classificate come deleterie per il paziente o per la riuscita della terapia farmacologica in atto. Anzi, alcune interazioni possono migliorare la biodisponibilità di un farmaco incrementando la sua concentrazione ematica al fine di realizzare un beneficio terapeutico.
E’ il caso, per esempio, delle interazioni tra succo d’arancia e fumarato ferroso, succo di limone con il radiofarmaco 99mTc-tetrofosmina, succo di melagrana con ferro durante emodialisi, succo di mirtillo nella tripla terapia per eradicare l’ Helicobacter pylori, succo di mirtillo in presenza di etanercept (usato nel trattamento di terapie autoimmunitarie), succo di lime in terapia con antimalarici e, infine, succo di erba di grano (una delle ultime ritrovate in termini di succhi con effetti benefici) associato nelle chemioterapie.
Le potenziali interazioni avverse con esito negativo sono, invece, quelle che generano una diminuzione della biodisponibilità del farmaco.
Quelle più comunemente note a livello clinico, sono il succo di mela con fexofenadina (antistaminico molto noto), atenololo e aliskiren; succo d’arancia con aliskiren, atenololo, celiprololo, montelukast, fluorochinoloni e alendronati; succo di pomelo (Citrus maxima) con il sildenafil; succo d’uva con la ciclosporina.
Altre interazioni generano un incremento di biodisponibilità con più elevate concentrazioni ematiche del farmaco. Queste possono dare origine a molte reazioni avverse. Tra l più comuni dal punto di vista clinico, possiamo ricordare il succo d’arancia di Siviglia con la felodipina, il succo di pomelo con la ciclosporina, e con antiacidi contenenti alluminio.
A differenza del succo di pompelmo ricco di furanocumarina che può generare primariamente le interazioni farmacologiche mediante una forte inibizione del citocromo P450 3A4 e della P-glicoproteina e quindi causare esiti anche mortali in seguito alla co-ingestione con alcuni farmaci, gli altri succhi di frutta non danno origine a interazioni pericolose, nonostante casi sporadici.
In ogni caso possono inficiare la riuscita terapeutica in modo serio. La gravità e la natura di un’interazione tra succo di frutta e farmaco è relazionata al volume di succo di frutta, alla varietà di frutta, tipo di frutta, tempo tra l’assunzione di cibo e farmaco, polimorfismo genetico negli enzimi, trasportatori e variabili antropometriche. I farmacisti e gli operatori sanitari dovrebbero monitorare adeguatamente e istruire i pazienti sulle potenziali interazioni tra succhi e farmaci per minimizzare il verificarsi delle reazioni avverse. Molta attenzione dovrebbe essere rivolta soprattutto verso gli adolescenti e agli anziani che assumono farmaci in presenza di succhi di frutta o che consumano frutta fresca durante un trattamento farmacologico, specialmente in presenza di farmaci antistaminici per il trattamento di allergie.
Per un approfondimento sulle potenziali interazioni succhi di frutta con farmaci si rimanda al lavoro pubblicato su Journal of Food and Drug Analysis, 26 (2018), SS61-SS71.