Terapia Oncologica: è cruciale la collaborazione tra Farmacisti e Oncologi!
E’ stato recentemente pubblicata una interessante review su “Critical Reviews in Oncology Ematology” (89, 179-196, 2014, download: http://www.journals.elsevier.com/critical-reviews-in-oncology-hematology) dove viene fornita la prima panoramica completa delle interazioni farmacologiche che coinvolgono terapie mirate approvate dalla Food and Drug Administration per il trattamento di tumori solidi (sorafenib, sunitinib, erlotinib, gefitinib, imatinib, lapatinib, everolimus, temsirolimus), in presenza di altri farmaci e del regime dietetico adoperato. Questa review è molto importante perché evidenzia come oggi sia importante una stretta collaborazione tra gli oncologi e i farmacisti nell’offrire più sicurezza nell’uso di terapie mirate in pazienti ambulatoriali con patologie oncologiche.
Infatti, oramai è ben noto che la pratica clinica oncologica sta cambiando rapidamente grazie all’uso di agenti antitumorali per via orale, in particolare l’uso di inibitori della tirosina-chinasi. In concomitanza, diversi cambiamenti stanno profondamente modificando l’attività quotidiana di oncologi medici. Ad esempio, la prevalenza sempre più marcata di pazienti anziani, così come di pazienti con una patologia oncologica e altre patologie croniche associate, ha portato ad una inevitabile politerapia orale. Come di conseguenza, il rischio di possibili interazioni farmaco-farmaco e farmaco-cibo è diventato una questione importante nella cura del paziente. Se da un lato l’uso della terapia oncologica per via orale permette l’ottimizzazione della terapia rispetto a quella tradizionale per via endovenosa, dall’altro lato l’uso del farmaco per via orale introduce nuovi fattori cruciali da tenere in considerare, sia per la prescrizione e per la fase del follow-up.
Quest’aspetto fa capire che la complessità emergente legata alla terapia orale con agenti antitumorali richiede cambiamenti concreti nell’ambito dell’organizzazione sanitaria e deve essere rafforzato il legame tra oncologi e farmacisti, dove quest’ultima figura professionale ha il principale compito di studio e monitoraggio. La collaborazione attiva tra oncologi e farmacisti potrebbe anche contribuire a risolvere il problema della farmacoresistenza tipica degli agenti antitumorali. Infatti, studiando e monitorando l’attività e le abitudini dei pazienti si possono ridurre le più comuni interazioni farmaco-farmaco e farmaco-cibo.